dal diario del capitano Waldon ‘Cacciagole’ Porch
Il divertimento però si è trasformato in curiosità e meraviglia quando dall’acqua è fuoriuscita effettivamente una enorme, sarà stata otto o dieci braccia, conchiglia a spirale, di quelle avvolte su loro stesse. La conchiglia era poi ricoperta di innumerevoli apparati ciliati rosso corallo che evidentemente ne costituivano il sistema propulsivo. Dall’apertura poi fuoriuscivano alcune lunghe appendici simili a grandi ed affusolate zampe di granchio. Queste però rientrarono subito per lasciare fuoriuscire la cosa più strana di tutte. Ci salutò con un: “Salute gente di superficie!” Era infatti un essere vivente, umanoide ma non certo umano. Bassino ed un po’ tarchiato aveva la pelle di un bianco lattiginoso, viscida e bagnata, anche se l’addome era ricoperto di alcuni grossi anemoni verdastri. Per il corpo di mille balene, ne aveva anche uno sulla testa ed uno più piccolo gli chiudeva la bocca! Riusciva comunque in una parlata anche se un po’ biascicata: “Spero non vi siate offesi se vi ho scroccato un passaggio. Il vostro galeone è talmente bello e grande che non vi sarete nemmeno accorti della mia presenza. Ho pensato di non disturbarvi nemmeno.” Le mani ed i piedi terminavano il dita che erano più tentacolini. Aveva addosso una giacchetta corta di cuoio su di una maglia corta a righe orizzontali bianche e nere. Sotto aveva dei calzoni corti e sformati. La ciurma a tale vista è rimasta comprensibilmente basita come un po’ schifata. Quella cosa ci guardava dal pelo dell’acqua aggrappata al suo conchiglione. Era praticamente immersa nel mare ma sembrava starci a suo agio, senza rischiare di annegare, come un pesce più che come un uomo. Ci chiedevamo dal bordo del ponte cosa farcene di quella diavoleria venuta dagli abissi. Invitarlo a bordo? Fuggirne? Friggerlo alla griglia? Decisi diplomaticamente, visto che lo scopo della nostra missione era di esplorare, di trattarlo come un essere umano ed invitarlo a bordo. Ovviamente ho subito chiamato Baldovino per comunicare con lui nella lingua locale. Io mi sono dedicato a gestire quei superstiziosi budellamolli della ciurma, impaurita e preoccupata dalla presenza a bordo di quello sgocciolante abitante degli abissi ricoperto di conchigliette, pescetti e crostole calcaree. Bleah.
Insieme a Gormund abbiamo accolto il nuovo abitante di Deiacque che il capitano ci ha fatto conoscere. Accidenti. E’ un essere invero originale. E’ però socievole e colto. Sembra essere una sorta di scienziato. Sta compiendo delle ricerche. Dice di fare parte del popolo dei Molluscoidi, uomini anfibi parte molluschi parte crostacei, che vivono sott'acqua ma alcune volte solcano i mari (e le loro profondità) con galeoni costruiti di conchiglia e piante sottomarine od altri generi di imbarcazioni, come abbiamo potuto vedere. I Molluscoidi derivano dai primi umani che morivano annegati nel mare e che però venivano recuperati dai Grandi Vecchi, esseri sottomarini che i Molluscoidi chiamano dei, e tramutati in quello che sarebbe diventato il loro popolo. I Grandi Vecchi sono un mistero anche per molti Molluscoidi, di certo essi li venerano come dei e dalla loro venerazione proviene la loro magia (ovviamente basata sull'acqua), oltre che essere coloro che comandano l'intero popolo. Per il resto il popolo è organizzato in grandi città stato, amministrate da un Consiglio Anziano in cui confluiscono i Molluscoidi più saggi e valenti secondo il giudizio dei Grandi Vecchi, a cui devono obbedienza. Abbiamo avuto una lunga e fruttuosa conversazione. Nel frattempo abbiamo accompagnato il Molluscoide dal nome impronunciabile di ‘Yassafssarsidssolssdoss’ alla sua meta, un luogo in mezzo al mare apparentemente non degno di nota ma sul cui fondale egli doveva fare degli studi. Ci ha quindi dovuto lasciare ma in cambio del passaggio che gli abbiamo dato ci ha assicurato ci farà recapitare un manufatto che dovrebbe aiutarci nella comprensione della geografia di questo mondo. Io e Gormund attendiamo con ansia.